Frodi assicurative: paese che vai, truffa che trovi…

Frodi assicurative: paese che vai, truffa che trovi…
23 Maggio 2017: Frodi assicurative: paese che vai, truffa che trovi… 23 Maggio 2017

Il campionario delle frodi assicurative è pressoché infinito.

Quando ormai pensi di averle davvero “viste tutte”, la sola lettura dei giornali ti dimostra che non è così.

Abbiamo provato a fare un particolare giro d’Italia delle truffe alle assicurazioni, spigolando le notizie pubblicate dalla stampa sulle indagini penali che hanno investito di recente piccole e grandi frodi, trovando la conferma (se ce n’era bisogno) della varietà e della creatività dei raggiri ideati dai truffatori.

Facciamo qualche esempio, cominciando dai “grandi classici”, gli evergreen che non tramontano mai.

Ad Ancona 49 persone sono state rinviate a giudizio, fra l’altro , per associazione a delinquere finalizzata alla frode assicurativa, per aver ideato decine di sinistri auto “fasulli” perché deliberatamente provocati (con dinamiche ricorrenti) generalmente ai danni di anziani, donne e soggetti “deboli” (che in alcuni casi venivano poi forzati a sottoscrivere la CAI dall’atteggiamento minaccioso dei complici sopraggiunti sul posto) ovvero perché non avvenuti, con l’abituale corredo di certificazioni e documenti di spesa falsi, sostituzioni di persona e trasportati che erano tali solo sulla carta.

Le Marche paiono essere uno dei luoghi prediletti da queste organizzazioni, visto che la G.d.f. di Pesaro ne ha smascherato un’altra che aveva coinvolto ben 242 persone, “costruendo” oltre 100 sinistri avvenuti solo sulla carta, impiegando autoveicoli già danneggiati, spesso invertendo i ruoli dei partecipi indicati come protagonisti dello stesso sinistro immaginario in modo da poter rivendicare un risarcimento da due assicuratori diversi ed ingaggiando un esercito di persone (normalmente soggetti in difficoltà economica) che si prestavano al ruolo di conducenti o di trasportati immaginari.

Il risultato prodotto da questo vorticoso giro di menzogne è stata una massa di richieste di risarcimento di oltre 1.600.000 euro.

Fenomeni analoghi sono diffusi in ogni Regione, come dimostrano, ad esempio, le indagini condotte dalla Procura di Lanusei, da quella di Firenze, dalla Questura di Verbania e dai Carabinieri di Rocca di Papa

Nel rimo caso un sodalizio composto da 17 persone aveva ”costruito” almeno 30 sinistri mai avvenuti, con 100.000 euro già incassati ed altri 50.000 euro di richieste pendenti, nel secondo erano coinvolte una cinquantina di persone, nel terzo una quindicina, fra le quali carrozzieri e commercianti di veicoli usati, nell’ultimo i titolari di un’”infortunistica” avevano ideato almeno 40 sinistri mai avvenuti.

Al polo opposto vi sono i falsi sinistri “fai da te”, come quello dichiarato da un pedone avellinese che lamentava di esser stato investito da un veicolo non identificato rivelatosi puramente immaginario a seguito delle indagini eseguite dai militi dell’Arma.

E non mancano nemmeno  le “imprese familiari” dedite alla frode assicurativa, come quella avviata da moglie e marito che a Torino simulavano incidenti stradali impiegando, anche in questo caso, autoveicoli già danneggiati. Le indagini delle Autorità hanno portato alla luce tutta una serie di altre frodi ingegnosamente ideate e condotte a buon fine dall’uomo: il furto simulato di autovetture ed imbarcazioni e perfino la morte di un familiare rivelatosi inesistente.

A Taranto, invece, interi gruppi familiari, con relativi fidanzati ed amanti, venivano mobilitati da una famiglia che si era specializzata in frodi assicurative nel “settore” dei sinistri stradali. I proventi venivano impiegati anche per concedersi vetture di lusso e vacanze varie che venivano poi pubblicizzate sui social.

Veramente crudele, invece, il sistema ideato da una banda di malviventi casertani per rendere più credibili le lesioni subite dalle persone che venivano falsamente indicate come danneggiate da incidenti stradali mai avvenuti: con piccole somme di denaro convincevano e malcapitati (ad un tempo loro vittime e complici) a farsi picchiare con mazze ferrate o bastoni per poterne poi esibire le lesioni ai medici del Pronto soccorso. Fra le “vittime” della banda addirittura un disabile psichico.

 In queste attività criminose purtroppo risultano coinvolti anche professionisti, come avvocati, periti e medici legali, o magistrati onorari, come nel caso dell’indagine della Procura capitolina che ha coinvolto un Giudice di pace di Marigliano (Napoli).

Un altro classico, anche se di diverso genere, è quello dell’incendio doloso di stabilimenti e magazzini commerciali, come quello che ha recentemente impegnato la Procura di Lucca.

Il Tribunale di Cuneo ha, invece, condannato un perito assicurativo e la moglie per il furto simulato di un’opera d’arte, che è stata invece rinvenuta dai Carabinieri nella loro abitazione.

Al limite dell’immaginabile, invece, l’espediente escogitato da quattro imprenditori laziali per riscuotere circa 1 milione di euro, questa essendo la somma degli indennizzi previsti da tre diverse polizze infortuni precedentemente stipulate a favore di uno di essi che si faceva tranciare di netto il dito di una mano dopo essersi iniettato un potente anestetico.

E si potrebbe continuare….

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